La logistica degli aiuti al tempo della guerra
Mentre sono ancora in corso le trattative per finalizzare una tregua tra Israele e Hamas, si susseguono operazioni di aiuti umanitari in supporto dei civili. Proprio ieri tre C-130 statunitensi hanno lanciato via aria alla popolazione palestinese oltre 38 mila pasti pronti. Gli Usa si aggiungono così a quello che stanno facendo da giorni Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti e Francia. Ma queste azioni, secondo gli esperti, sono costose e complicate. Non solo. Rischiano di scatenare una guerra tra disperati se non vengono pianificate nel dettaglio.
«l lanci dal velivoli sono una modalita’ di consegna estrema e adottabile solo quando tutte le altre opzioni falliscono», sostiene il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. Tanto per fare un confronto: in media un aereo militare può portare l'equivalente di cibo e beni di prima necessità di due camion mentre il costo del trasferimento via aria varia dai 1.300 ai 1.500 dollari a tonnellata, 7- 10 volte superiore a quello via gomma.
Vi siete mai chiesti come viene pianificato logisticamente ?
Il viaggio degli aiuti parte come in tutte le filiere nel magazzino : nei colli vengono inseriti alimenti in grado di resistere alla violenza dell’impatto a terra come il riso, il grano, la farina, i piselli lo zucchero, i medicinali vengono evitati in questo tipo di operazioni perché hanno meno probabilità di arrivare intatti. Il tutto viene avvolto da un imballaggio robusto che funge da cuscinetto al momento dell’impatto al suolo, i pacchetti di solito hanno colori diversi blu per i nutrienti, bianco per i cereali, rosso per i legumi.
Poi c’è il trasporto: ogni aereo può contenere tra le 26 e le 30 t con un tasso di perdita del cibo che oscilla intorno all’1% .
In parallelo si studiano tutte le variabili . In primis viene deciso il piano di volo. Poi il personale militare studia la situazione a terra: il tasso di rischio determina l’altezza dalla quale vengono lanciati gli aiuti; in un territorio tranquillo e con spazi liberi sufficienti i velivoli sorvolano quote basse , cosa che consentirebbe di far cadere i pacchi senza paracadute .Per quanto riguarda gazza gli americani hanno optato per una quota più alta di almeno 1000 m metri e quindi il cibo è stato raggruppato nei pallet dotato di paracadute. Poi si verificano nel dettaglio le condizioni meteo; i piloti ne tengono conto quanto sganciano per evitare che i pallet finiscano in mare e in aree difficilmente accessibili. Anche un improvviso folata di vento può spostare i pacchi di centinaia di metri; la precisione è cruciale tanto che nel piano di volo viene indicata anche l’area di atterraggio dei pacchi: una zona senza ostacoli riceverà il carico sganciato.
La discesa col paracadute è con una velocità di circa 85 km/h.che deve essere affiancata da una presenza americana a terra ;senza questa non c’è alcuna garanzia che gli aiuti non finiscano delle mani di Hamas.
Questo tipo di missione infatti prevede sempre la presenza a terra gli addetti che si occupano di verificare che l’area designata sia libera, poi della raccolta dei pallet e del loro trasferimento nel centro apposito e infine della distribuzione di genere alimentari alla popolazione .
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