Il negoziato non è mai una resa. Parola del Papa

Il Papa chiede all’Ucraina «il coraggio della bandiera bianca, di negoziare». Francesco ne ha parlato in lunga intervista dove con passaggi fermi e profondi ha tracciato una nuova interpretazione della parola negoziato.

In un momento straziante e doloroso per milioni di persone alla semplice domanda «in Ucraina c’è chi chiede il coraggio della resa, della bandiera bianca, ma altri dicono che così si legittimerebbe il più forte, cosa pensa? » Papa Francesco risponde «È un’interpretazione. Ma credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali».

Bergoglio dice che «la parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore».





Francesco ricorda anche la lettera inviata a febbraio «ai fratelli e alle sorelle ebrei in Israele», nella quale affermava che «l’odio verso gli ebrei è un peccato contro Dio» e invocava un impegno comune «per la pace e per la giustizia, facendo il possibile per creare relazioni capaci di aprire nuovi orizzonti di luce per tutti, israeliani e palestinesi».

Insomma, «il negoziato non è mai una resa», per il Papa: «È il coraggio per non portare il Paese al suicidio.

Il Pontefice lo dice anche per il conflitto tra Israele e Palestina: «Dobbiamo andare avanti. Tutti i giorni alle sette del pomeriggio chiamo la parrocchia di Gaza. Seicento persone vivono lì e raccontano cosa vedono: è una guerra. E la guerra la fanno due, non uno. Gli irresponsabili sono questi due che fanno la guerra. Poi non c’è solo la guerra militare, c’è la ”guerra- guerrigliera”, diciamo così, di Hamas per esempio, un movimento che non è un esercito. È una brutta cosa». Bisogna sempre provare a mediare: «Guardiamo la storia, le guerre che abbiamo vissuto, tutte finiscono con l’accordo».

Conclude Bergoglio «la guerra è una pazzia», sempre, sostenuta dall’avidità della «fabbrica delle armi», produttori e trafficanti: «In una commemorazione dovevo parlare della pace e liberare due colombe. La prima volta, un corvo presente in piazza San Pietro si è alzato, ha preso la colomba e l’ha portata via. È duro», racconta. «E questo è un po’ quello che succede con la guerra. Tanta gente innocente non può crescere, tanti bambini non hanno futuro. Qui vengono spesso i bambini ucraini a salutarmi, vengono dalla guerra. Nessuno di loro sorride, non sanno sorridere... La guerra è sempre una sconfitta, una sconfitta umana, non geografica»

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Grazie @ FOOD ITA per la bella intervista