Ritorno al futuro: il magazzino logistico tra qualche anno.

Negli ultimi anni la logistica ha elevato il suo valore  da semplice funzione di servizio a fattore strategico in grado di creare nuove opportunità cavalcando il cambiamento macro economico che ha enfatizzato la trasformazioni di supply chain lineari a strutture molto più complesse.
Mutando la supply chain è evidente che anche gli anelli al suo interno hanno dovuto adeguarsi  cambiando pelle. 

Una delle stazioni intermedie su cui questa trasformazione è stata più profonda è il magazzino fisico che ha subito una forte spinta al cambiamento per adattarsi all'evoluzione dei sistemi produttivi e alle nuove richieste del mercato; da un lato i clienti richiedono livelli di servizio sempre più elevati (consegne frequenti, ordini piccoli, personalizzazioni, etc.), dall'altro l’azienda ha necessità di ridurre i costi di gestione e di aumentare l’efficienza delle operation per migliorare la propria competitività.

Quali sono stati gli steps di trasformazione degli ultimi 5 anni sono sotto gli occhi di tutti; quello più difficile da prevedere è come sarà il magazzino del futuro anche perché in base a questo pronostico ciascuna azienda deve impostare le azioni per assecondare il cambiamento.
Alcune tendenze si delineano già: robotizzazione, automazione, intelligenza artificiale, magazzino connesso, ecc.
Tuttavia, è difficile immaginare che nel futuro tutti i magazzini si assomiglieranno, dato che le specificità di ciascun settore di attività, le tipologie di flussi logistici e le aspettative della clientela sono notevolmente diverse tra loro e in costante evoluzione.

Se da una parte non è difficile pensare che l’importanza dell’accuratezza ed efficienza del livello inventariale ed il controllo dei costi di manodopera saranno dei must anche in futuro, dall’altra nell'era digitale, della pressione sui margini di guadagno, degli scambi internazionali, ma anche dello sviluppo sostenibile e dell'importanza accordata all'impatto ambientale e sociale delle attività aziendali, è difficile immaginare un unico magazzino del futuro.

La logistica come tanti altri servizi non può fare a meno di tendere verso l'automazione di alcune attività. Tuttavia, il grado di automazione e robotizzazione dei magazzini varia da un settore all’altro e persino da un'attività all'altra all'interno di una stessa azienda. E considerata l'entità dell'investimento da realizzare, le aziende si lanciano in un progetto di automazione completa solo se il rapporto costo/benefici lo giustifica pienamente. Lo sviluppo della cobotica (o robotica collaborativa) permette ormai di far lavorare insieme robot e operatori: le attività ripetitive e gravose sono affidate ai robot, mentre gli operatori realizzano attività a più alto valore aggiunto.
Contrariamente a certe visioni,ritengo impossibile che i posti di lavoro nel settore logistico saranno del tutto soppressi a vantaggio dei robot.

In primis perché numerose operazioni all'interno del magazzino non possono ancora prescindere dall'intervento umano. In secondo luogo, se in occidente si cercano di automatizzare i processi per restare competitive, nei paesi emergenti - dove i costi della manodopera sono più bassi -, i processi sono ancora gestiti manualmente

I magazzini, subiranno sicuramente anche l’effetto biga data. L'enorme volume di dati prodotti dalle attrezzature - siano esse materiali o software - collegate tra loro all'interno del magazzino è ancora ampiamente sottoutilizzato. C'è da scommettere che in futuro nuove piattaforme tecnologiche saranno in grado di gestire, analizzare e utilizzare questi dati per introdurre soluzioni di manutenzione predittiva, di attribuzione dinamica delle risorse, di risoluzione delle anomalie e di ottimizzazione dei processi tramite l'apprendimento automatico.

I magazzini saranno anche sempre più connessi in tempo reale con l'esterno  (altri magazzini, negozi, trasportatori, ecc.). Questa tendenza, già avviata, dovrebbe accentuarsi per migliorare la suddivisione dei carichi e degli stock su tutti i canali, ottimizzare la disponibilità e la consegna dei prodotti riducendo, nel contempo, i costi di esercizio e l'impatto ambientale della catena logistica.

Si invertirà anche la forte tendenza alla centralizzazione dei network distributivi (unico Ce.Di.) che si è manifestata negli ultimi decenni a favore di un maggior numero di magazzini periferici che hanno lo scopo di servire meglio (soprattutto più velocemente) i clienti.

Non è nemmeno escluso che la stampa in 3D venga a sconvolgere l'organizzazione della catena logistica, con una produzione su richiesta, flussi just-in-time e un avvicinamento di fabbriche e magazzini per ridurre lo stoccaggio, i trasporti etc.

Il magazzino del futuro sarà senza dubbio intelligente. Ma continuerà a essere al servizio del commercio. Il suo futuro dipende quindi dall'evoluzione della domanda dei clienti e delle abitudini di consumo.

Il magazzino del futuro sarà schiavo forse anche dei braccialetti elettronici di Amazon: l'obiettivo, stando ai documenti del brevetto, sembrerebbe quello di facilitare il lavoro dei magazzinieri nel rintracciare le merci; gli stessi indossandoli al polso attraverso vibrazioni saranno guidati alla ricerca degli oggetti in magazzino; riceveranno i dettagli che saranno trasmessi sul mini computer al polso del dipendente che dovrà scattare a prendere la merce, metterla in una scatola e passare al compito successivo.  I maligni dicono che questo braccialetto possa rappresentare un mezzo per sorvegliare i dipendenti alla stregua dei detenuti. Sarà così ?



Proviamo a fare l’ultimo sforzo mappando  quali sono i fattori che spingono la logistica verso il cambiamento nel modo di progettare, organizzare e gestire il magazzino:
  • l'incremento costante degli articoli gestiti in anagrafica e la conseguente necessità di tenere sotto controllo le scorte;
  • il mutamento radicale del profilo degli ordini dei clienti (più righe per ordine, meno pezzi per riga)
  • l'attenzione a produttività e accuratezza nella preparazione degli ordini
  • la necessità di avere tempi di consegna più brevi e, al contempo, costi di trasporto inferiori;
  • l’esigenza di adattarsi a nuove modalità di collaborazione con i fornitori
  • la necessità di gestire al meglio i diversi canali di vendita (soprattutto e-commerce);
  • lo sviluppo sempre più importante di iniziative green 


Secondo una recente ricerca sette aziende su dieci pensano di accrescere gli investimenti in logistica entro il 2020 e la distribuzione fisica delle merci inizia a essere percepita dalle aziende non più solo come un costo ma anche come un'opportunità

Il Top Management delle aziende, secondo lo studio in questione, inizia a vedere in una gestione moderna della supply chain, e in particolare del magazzino, forti potenzialità per incrementare il business e differenziare il proprio brand rispetto ai concorrenti.

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Se governi il problema, conquisti il cliente. Se sottovaluti il problema, perdi il cliente.

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Grazie @ FOOD ITA per la bella intervista