Out of Stock o Overstock ? Questo è il problema !!
Essere o non essere questo
era il problema;Oggi il vero dilemma è uno
solo: Out of Stock o Overstock ?
Senza scomodare l’Amleto di Shakespeare ogni volta che ci si confronta sulla materia della gestione delle scorte, due sono i principali problemi con i quali si ha a che fare: quando e quanto ordinare.
I driver da seguire sono chiari (o almeno lo dovrebbero essere per tutti): garantire il più basso livello di scorta soddisfacendo la totalità della domanda.
Semplice?
Assolutamente no, perché dietro questi chiari obiettivi le scelte strategiche sono complesse e determinanti per le sorti aziendali; quanto gonfiare i depositi non solo si riflette sul livello di investimento da sostenere (investimento considerato in tutte le sue mille sfaccettature che vanno dal capitale immobilizzato della merce, al dimensionamento del ce.di) ma naturalmente sulla qualità del servizio erogato al cliente finale.
Non dimentichiamoci anche, che in tutte le aziende quando si parla di stock, ogni dipartimento ha una visione diametralmente opposta di come gestire la merce; estremizzando ma nemmeno troppo la finanza preferisce mantenere un livello di scorte basso per ridurre il capitale immobilizzato, il commerciale punta su alti livelli di scorte per poter incrementare le promozioni, le massificazioni e perché no sfruttare sell in interessanti; infine la logistica preferisce adeguare la gestione delle scorte alle caratteristiche fisiche e organizzative del magazzino.
Per tutte queste ragioni la gestione e pianificazione delle scorte (meglio se concentrata in un’unica direzione detentrice di un mix di competenze viste sopra) deve tenere conto di tutte queste esigenze diversificate gestendo i rischi correlati alle problematiche di out of stock e/o overstock.
Soffermiamoci quindi sulle problematiche... da una parte, quali sono le conseguenze dell’inevaso? come si comporta il cliente verso una aspettativa di acquisto delusa?
Beh... la reazione del consumatore che, davanti a uno scaffale vuoto, non trova il prodotto che cercava cambia in base al tipo di prodotto e a quante volte si è trovato di fronte alla medesima situazione in precedenza. Sicuramente un’esperienza di frustrazione reiterata si trasforma in una Customer Experience sempre più negativa.
Ricerche di mercato evidenziano come il 17% dei consumatori che vive questa situazione ritarda l’acquisto del prodotto desiderato, il 20% compra un prodotto differente ma sempre dello stesso Brand, il 20% compra lo stesso prodotto ma di un altro Brand, l’11% non acquista e il 32 % acquista il prodotto in un altro punto vendita.
E' evidente come il perdurare del fenomeno dell’out of stock impatta anche sulla Brand reputation aziendale, con un conseguente calo delle vendite, e un progressivo disinnamoramneto del consumatore finale.
Ok, ma se spostiamo l'attenzione sulla' overstock, quali sono le cause?
Generalmente ci troviamo di fronte ad una inefficace pianificazione delle scorte correlata a un surplus di merce in magazzino con un conseguente abbassamento delle rotazioni e il rischio di obsolescenza dei prodotti; questa situazione per l'azienda si materializza poi nella riduzione del valore del prodotto, nei maggiori costi logistici, amministrativi e assicurativi, e come già ampiamente detto sull'aumento del capitale mobilizzato
Come dunque evitare queste problematiche ?
Facile … bisogna porsi come obiettivo quello di rispondere correttamente alle necessità del consumatore, bilanciando con attenzione le situazioni di Out of Stock e Overstock minimizzando le distruzioni e anticipando i rischi di obsolescenza e differenze inventariali.
Qualcuno potrà giustamente obiettare ... tanta teoria ma poi in pratica ?? Vero anzi verissimo ... ma io vi domando:un mago generalmente spiega pubblicamene i suoi segreti ?!?
Se vi interessa capire il trucco del coniglio nel cilindro non esitate a contattarmi !!!
buona estate
Max il mago
Senza scomodare l’Amleto di Shakespeare ogni volta che ci si confronta sulla materia della gestione delle scorte, due sono i principali problemi con i quali si ha a che fare: quando e quanto ordinare.
I driver da seguire sono chiari (o almeno lo dovrebbero essere per tutti): garantire il più basso livello di scorta soddisfacendo la totalità della domanda.
Semplice?
Assolutamente no, perché dietro questi chiari obiettivi le scelte strategiche sono complesse e determinanti per le sorti aziendali; quanto gonfiare i depositi non solo si riflette sul livello di investimento da sostenere (investimento considerato in tutte le sue mille sfaccettature che vanno dal capitale immobilizzato della merce, al dimensionamento del ce.di) ma naturalmente sulla qualità del servizio erogato al cliente finale.
Non dimentichiamoci anche, che in tutte le aziende quando si parla di stock, ogni dipartimento ha una visione diametralmente opposta di come gestire la merce; estremizzando ma nemmeno troppo la finanza preferisce mantenere un livello di scorte basso per ridurre il capitale immobilizzato, il commerciale punta su alti livelli di scorte per poter incrementare le promozioni, le massificazioni e perché no sfruttare sell in interessanti; infine la logistica preferisce adeguare la gestione delle scorte alle caratteristiche fisiche e organizzative del magazzino.
Per tutte queste ragioni la gestione e pianificazione delle scorte (meglio se concentrata in un’unica direzione detentrice di un mix di competenze viste sopra) deve tenere conto di tutte queste esigenze diversificate gestendo i rischi correlati alle problematiche di out of stock e/o overstock.
Soffermiamoci quindi sulle problematiche... da una parte, quali sono le conseguenze dell’inevaso? come si comporta il cliente verso una aspettativa di acquisto delusa?
Beh... la reazione del consumatore che, davanti a uno scaffale vuoto, non trova il prodotto che cercava cambia in base al tipo di prodotto e a quante volte si è trovato di fronte alla medesima situazione in precedenza. Sicuramente un’esperienza di frustrazione reiterata si trasforma in una Customer Experience sempre più negativa.
Ricerche di mercato evidenziano come il 17% dei consumatori che vive questa situazione ritarda l’acquisto del prodotto desiderato, il 20% compra un prodotto differente ma sempre dello stesso Brand, il 20% compra lo stesso prodotto ma di un altro Brand, l’11% non acquista e il 32 % acquista il prodotto in un altro punto vendita.
E' evidente come il perdurare del fenomeno dell’out of stock impatta anche sulla Brand reputation aziendale, con un conseguente calo delle vendite, e un progressivo disinnamoramneto del consumatore finale.
Ok, ma se spostiamo l'attenzione sulla' overstock, quali sono le cause?
Generalmente ci troviamo di fronte ad una inefficace pianificazione delle scorte correlata a un surplus di merce in magazzino con un conseguente abbassamento delle rotazioni e il rischio di obsolescenza dei prodotti; questa situazione per l'azienda si materializza poi nella riduzione del valore del prodotto, nei maggiori costi logistici, amministrativi e assicurativi, e come già ampiamente detto sull'aumento del capitale mobilizzato
Come dunque evitare queste problematiche ?
Facile … bisogna porsi come obiettivo quello di rispondere correttamente alle necessità del consumatore, bilanciando con attenzione le situazioni di Out of Stock e Overstock minimizzando le distruzioni e anticipando i rischi di obsolescenza e differenze inventariali.
Qualcuno potrà giustamente obiettare ... tanta teoria ma poi in pratica ?? Vero anzi verissimo ... ma io vi domando:un mago generalmente spiega pubblicamene i suoi segreti ?!?
Se vi interessa capire il trucco del coniglio nel cilindro non esitate a contattarmi !!!
buona estate
Max il mago
Commenti
Posta un commento