La BlockChain è il futuro? Per qualcuno (e per me) è già il presente!
Dall’arrivo del bitcoin sono passati quasi 10 anni ed ormai anche la BlockChain è stata sdogadanata come terminologia comune anche se il suo utilizzo rimane per pochi eletti.
Per chi ancora non lo sapesse la BlockChain è un “registro transnazionale sicuro, condiviso da tutte le parti che operano all’interno di una data rete distribuita di computer. Registra e archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete, eliminando la necessità di terze parti “fidate”.
In sostanza ogni nodo del network svolge un ruolo nella verifica delle informazioni, inviandole al successivo in una catena composta da blocchi.
In passato lo scambio di beni avveniva sempre e solo fisicamente e quindi non vi era necessità di figure che tutelassero questo momento; in seguito nacque la necessità di garantire lo scambio ma non sempre era possibile; ora con la tecnologia blockchain lo scambio può avvenire con un elevato livello di sicurezza, certificato dalla rete, senza la necessità di un garante. Il perché dal 2009 nascita del bitcoin, (anche se solo nel 2012 la massa lo conobbe più per il suo utilizzo nel dark web”, come moneta anonima utilizzata principalmente per acquisti illegali) al 2015 nessuno si accorse che questa cripto valuta non era altro che un’applicazione sulla tecnologia blockchain rimane un mistero.
Quello che è certo è che dal 2015 le pubblicazioni accademiche sulla blockchain si quadruplicano ed importanti azeinde multinazionali cominciarono a investire tempo e soldi per capirne l'applicabilità ed i relativi ritorni.
Si intuiva infatti che potenzialmente si era davanti ad una tecnologia utile ad ottimizzare i processi dal punto di vista dell’efficienza, dell’efficacia e della sicurezza. Una soluzione tramite la quale sarebbe stato possibile porre maggiore attenzione all’integrità del dato e alla sua sicurezza garantendo quindi un processo fluido e affidabile lungo tutta la filiera produttiva e distributiva.
Oggi sicuramente la Blockchain trova ampio spazio nei sistemi finanziari e bancari ma, grazie al cielo, inizia ad essere anche una realtà nel mondo logistico.
Se non fossi stato chiaro nell'introduzione, qualcuno potrebbe ancora domandarsi il perché.
Provo quindi ad essere ancora più dettaglaito: la Blockchain "è un registro pubblico condiviso e attendibile che chiunque può ispezionare ma che nessun singolo utente può controllare".
Una Blockchain contiene tutti i “blocchi” necessari per una transazione dove tutti i partecipanti mantengono aggiornato il libro in quanto può essere modificato solo da un accordo generale e da alcune regole.
Immaginatevi quindi se potessimo utilizzare questa tecnologia ad esempio nelle negoziazioni dei contratti legiferando ad esempio la consegna delle merci.
Nel momento in cui le merci ordinate dal distributore arrivano in deposito, la Blockchain associata a dei sensori potrebbe permettere la creazione di un "timbro" temporale al cui interno vengono conservate una serie di informazioni come la data di consegna del prodotto, le caratteristiche dello stesso e la sua provenienza.
Impossibile? non direi visto che già oggi alcune aziende la utilizzano !
Un esempio su tutti è una realtà della GDO che in collaborazione con una start up francese ha da prima lanciato un test della durata di 6 mesi, e poi ha introdotto la soluzione (anche se ancora parzialmente nel suo network).
Il test è stato condotto in un importante magazzino con altissime densità di flussi (ogni minuto e mezzo, in alta stagione, parte un camion) con frequenti ritardi .
Si è partiti da una settantina di viaggi dove la tecnologia ha dato modo di rilevare puntualmente il motivo del ritardo e quindi a chi fatturare il disservizio.
La gestione in tempo reale del dato ha permesso di inviare avvisi al personale sul campo e riconfigurare automaticamente il flusso di lavoro per bypassare il problema rilevato.
Oggi questa company della GDO beneficia della Blockchain anche per consentire ai suoi clienti che scannerizzano con il proprio smartphone un codice QR applicato su alcuni prodotti di "leggere" tutte le info del prodotto stesso; si va dalle modalità di conservazione o di allevamento, ai dai dettagli sul viaggio, alla data di nascita o di coltivazione, a quando è stato collocato a scaffale.
Essendo la BlockChain un database digitale sicuro e non falsificabile tutti i componenti della supply chain relativi alla filiera (produttori, trasformatori,distributori ) possono condividere info utili a creare la storia del prodotto stesso, dando quindi la massima tracciabilità all'item.
Fantastico vero ???
Ci potete giurare!
Non fatevi spaventare dai limiti che ancora ci sono come le dimensioni dei blocchi che limitano le transazioni totali, o la scalabilità non immediata e gli standards ancora non del tutto codificati e presenti.
Provate solo ad aprire gli occhi e vi accorgerete che ogni volta che un cliente percepirà maggiore trasparenza nei vostri sistemi e migliore sicurezza alimentare, vi sceglierà a dispetto di altri...E vi sceglierà insieme ai partner con i quali avrete deciso di intraprendere questa strada.
alla prossima
Max
Commenti
Posta un commento